
Piccolo castello nato tra le vigne e tuttora fortemente legato alla produzione del vino Verdicchio, San Paolo di Jesi domina dai suoi 224 metri di altitudine la valle a destra del fiume Esino, ad appena 12 chilometri dalla città di Jesi. Il paese, con i suoi splendidi panorami, regala ottime passeggiate a quei turisti che apprezzano località tranquille i piaceri della tavola. Il Comune ha una popolazione di appena 930 abitanti ed una superficie di 10 chilometri quadrati. San Paolo di Jesi è facilmente raggiungibile dai maggiori centri della vallata e della costa adriatica. Dista 40 chilometri da Ancona, 25 chilometri dall'aeroporto di Falconara e appena 5 chilometri dall'ingresso/uscita della superstrada.
La Storia
L'origine del paese deve essere collegata alla presenza nel territorio di una piccola chiesa dedicata San Paolo, forse appartenente ai monaci, dalla quale ha tratto origine il toponimo con cui venne indicato il primo nucleo abitato della zona. La sua prima menzione come Castello del Contado di Jesi risale al 1275. Alle soglie del XIV secolo, San Paolo faceva parte sicuramente del Contado jesino a tutti gli effetti pratici e giuridici. Verso la prima metà del XV secolo, quando Jesi fu inglobata nello Stato della Chiesa, anche San Paolo riconobbe la sovranità del pontefice, mediata dalla giurisdizione esercitata dalla città sui Castelli del proprio Contado. Il castello di San Paolo mantenne lo stato di appartenenza al contado jesino fino al 1808. Dopo la discesa delle truppe napoleoniche entrò a far parte del Cantone di Apiro e in seguito venne aggregato per dieci anni al comune di Monte Roberto, fino a quando non riebbe, nel 1818, la sua autonomia. Tuttavia nel 1928, per decisione dell'allora governo fascista, fu di nuovo aggregato ad un altro comune, Staffolo, del quale fece parte fino al 1946, quando ritornò ad essere autonomo.
ETIMOLOGIA
Il toponimo deriva dall'agionimo San Paolo, riferendosi al patrono dei paese, riconosciuto come tale fin dal Medioevo. Dall'8 febbraio 1863 è stata aggiunta alla denominazione tradizionale la specificazione "di Jesi" per distinguerla da altri centri omonimi. La sua origine è sicuramente legata alla presenza nel territorio di una piccola chiesa dedicata a San Paolo, forse appartenente a monaci. Tale circostanza ha dato origine al toponimo "Castrum Montis Sancti Pauli", con il quale è stato denominato fin dall'inizio il primo nucleo abitato della zona. La prima attestazione dei primitivo "castrum" si ha però solo nel 1079 mentre risale al 1275 la prima menzione di San Paolo come castello del contado di Jesi. Si ha poi notizia della partecipazione dei "castra" di Staffolo e San Paolo ad una rettifica, dei confini tra i comuni di Osimo e Jesi nel 1286, periodo nel quale San Paolo faceva sicuramente parte del contado iesino a tutti gli ci e giuridici. effetti prati Tale appartenenza fu ribadita poco più tardi nella "Descriptio Marchiae Anconitanae", raccolta di documenti coevi, nella quale San Paolo figura fra i "castra e villas" della città di Jesi, condizione ribadita anche dalle Costituzioni Egidiane emanate nel 1357 dal card. Albornoz, dopo il recupero delle varie comunità marchigiane ribellatesi alla Chiesa di Roma. Verso la prima metà dei XV secolo, la città fu definitivamente acquisita allo Stato della Chiesa e al governo di un solo diretto rappresentante. San Paolo poté vantare, nei secoli centrali dell'età moderna, la presenza di sei chiese all'interno del centro abitato, la più importante delle quali fu senza dubbio Santa Maria d'Arco, con annesso monastero degli Agostiniani, di cui rimangono oggi solo alcuni resti murari. Nel 1652, per volontà di Innocenzo X, il detto monastero fu chiuso e come testimonianza della sua passata attività, rimane alla comunità di San Paolo un bellissimo calice istoriato in argento e rame dorato, recante la data 1523 e il nome della Chiesa che ne era stata proprietaria. Il castello di San Paolo mantenne ininterrottamente lo stato di appartenenza al contado iesino fino al 1808. Nel 1797-1799 San Paolo fece parte, insieme a Castelbellino, Maiolati, Massaccio e Monte Roberto del Cantone di Apiro. Al tempo del regno italiano, San Paolo fu aggregato al comune di Monte Roberto (dal 1808) condizione protrattasi per circa 10 anni. Fu infatti nel 1818 che per volere di papa Pio VII, il comune di San Paolo riebbe la sua autonomia, di cui godette fino al 1928, quando per decisione dell'allora governo fascista, fu nuovamente aggregato ad un altro comune, Staffolo, del quale fece parte fino al 1946, quando ritornò ad essere autonomo.

Si trova nel territorio di confine tra Castelplanio e Rosora in una cornice suggestiva di natura primordiale. Partendo dal museo castelplanese (capoluogo, palazzo municipale) si scende per via Caciampa arrivando vicino al fosso e alla zona umida regno del granchio nero.
Percorsi appositamente realizzati (per circa 2 chilometri) attraversano il bosco fluviale e ripariale dove la vegetazione imponente con specie arboree rare come l'ontàno bianco e specie floreali che vanno dal narciso all'orchidea selvatica, con imponente presenza del farfaraccio e di epatiche per arrivare alle beccalunga e all'ombelico di Venere. Da menzionare l’antica Fonte del Coppo (sec. XVIII), prima fonte di approvvigionamento idrico di Castelplanio. L'acqua del fosso perenne, la cui qualità è intanto molto migliorata dal '95 per la cessata affluenza di scarichi, è in realtà un piccolo fiume tutto da scoprire, con cascate e mini-laghetti semisconosciuti e molto suggestivi perché circondati e protetti da un rigoglioso e imponente bosco fluviale.
Il posto è abbastanza umido: evitare dopo la pioggia. Il sentiero è percorribile anche con mountan-bike.
Classificazione:
Difficoltà: nessuna
Tipologia: andata e ritorno per lo stesso percorso
Tempo di percorrenza: 1h15m a salire, 45 m a scendere
Dislivello: 200m Distanza: 5 km Segnaletica: sentiero in evidenza
Consigli:
Lasciare l'auto nel piazzale antistante la chiesa di Macine di Castelplanio (detto anche Castelplanio Stazione). Seguire via Copparoni fino all'imbocco, ben segnalato, del sentiero. Il sentiero, inizialmete pianeggiante, fiangheggia il fosso (dove c'è sempre acqua). Dopo circa 2 km inizia a salire fino al paese sbucando nella piazza del Municipio di Castelplanio (palazzo Mancini).