Inaugurato nel 1985, è l’unico museo pubblico italiano che si occupa della mail art, cioè di quelle espressioni artistiche veicolabili attraverso il servizio postale.
Un contributo fondamentale ispirato al concetto di scambio, che ispira la filosofia di questo museo sui generis, lo diede l’artista Ernesto Treccani, di passaggio a Montecarotto, che produsse un’incisione da inviare ai principali artisti del mondo che volessero contraccambiare, dando al museo un tocco di internazionalità.
Oggi il museo, oltre a possedere importanti incisioni di artisti marchigiani, come quelle di Orfeo Tamburi con i paesaggi di Roma e di Parigi, di Pericle Fazzini (importante l’incisione relativa al Cristo
della sala Nervi in Vaticano) e le Carte Lauretane di Arnoldo Ciarrocchi,
Maiolati sorge su una collina a 412 metri sul livello del mare. Come gli altri castelli che fiancheggiano la media valle dell’Esino è di origine medioevale. Nel sec. XIII Maiolati e la Villa di Talliano, ubicata a metà della collina che scende verso l’Esino, erano due piccoli centri posti a breve distanza uno dall’altro. Per la sua posizione, Maiolati, ben presto si trasformò in castrum, ebbe cioè un sistema difensivo e già dalle prime decadi del Duecento fece parte del Contado di Jesi fino al suo scioglimento avvenuto nel 1808. La Villa di Talliano, come tante altre “ville” della Vallesina, era sorta dopo il Mille come ampliamento di una curtis, cioè un complesso di possedimenti fondiari frazionati e dispersi, un’unità patrimoniale e aziendale che, appartenendo al vescovo di Jesi, fu contesa dalla città nel 1262 acquisendone tutti i diritti. Poco lontano sorgeva la chiesa di San Sisto di Talliano con l’adiacente monastero. Con tutta probabilità chiesa e monastero furono fondati da monaci provenienti dalla vicina abbazia di S. Elena sull’Esino, ad essa infatti appartenevano nel 1199. Nel 1305 chiesa e monastero subirono gravi danni ad opera dei fabrianesi in guerra con Jesi. In luogo dell’antico monastero sorge ora la chiesetta di S. Sisto ricostruita verosimilmente nel sec. XVIII-XIX. Nella zona sono stati ritrovati manufatti d’epoca neolitica e d’epoca romana come del resto analoghi reperti d’età romana sono stati rinvenuti in contrada Massarella ad est di Maiolati. L’intera dorsale tra il VII e il IX secolo venne a trovarsi nel mezzo della fascia confinaria tra il Ducato longobardo di Spoleto-Camerino e la Pentapoli bizantina: molti dei dominus loci poi assurti a capo dei borghi fortificati e quindi dei castelli sono di estrazione longobarda.
Partenza dall’area archeologica di Cupramontana, per poi proseguire per Follonica, San Paolo di Jesi e concludere a Staffolo.
Km 25 totali. Percorso a piedi (4h a/r) o in auto (1h a/r).
Difficoltà: media.
Strada di carrareccia, con brevi tratti asfaltati. Vari dislivelli di altezza.
Itinerario storico – culturale (l’antico acquedotto romano di Cupramontana, i resti del castello medievale di Follonica, il castello di San Paolo e di Staffolo), spirituale (il sito misterioso di Follonica), ambientale (il fenomeno dei Vulcanelli e dell’Acquasalata), paesaggistico (durante la visita sarà possibile gustare il tipico paesaggio campestre marchigiano, con vigneti ed oliveti).
- Area Archeologica di Cupramontana (Unico edificio rimasto intatto dell’antica Cupra romana: l’acquedotto, luogo anche conosciuto con il nome di “Barlozzo”, perché legato alla setta dei “Fraticelli”).
- San Michele (Frazione di Cupramontana e luogo dove sorgeva una chiesa medievale, ora visibile nel suo rimaneggiamento settecentesco. San Michele è luogo di passaggio per andare verso la collina di Follonica).
- Follonica (Antico castello di Follonica. A questo luogo sono legati eventi misteriosi e leggendari. Nella zona di Follonica si produce uno dei migliori vini Verdicchio doc).
- Contrada Battinebbia (In questa zona sono visibili i fenomeni dei Vulcanelli di Fango; era presente anche una fonte di ricca di sali minerali, l’acquasalata, ritenuta miracolosa e terapeutica. Fino agli inizi del ‘900 operavano nella zona, vista l’affluenza di gente a questa fonte, anche dei maestri vasai).
- San Paolo di Jesi
- Staffolo (Nel Paese è anche presente il Museo del Vino, dove sono conservati numerosi oggetti della tradizione contadina, legati alla lavorazione del vino).



















