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Punto di interesse

I documenti più antichi ci parlano di una abbazia benedettina di “Sancta Maria plani Molearum” presente verso la metà del dodicesimo secolo ed ubicata in mezzo ad una selva detta “Santa”, poco distante dal fiume Esino, dalla cui sponda - ricoperta di vegetazione palustre, detta nella dizione locale “moja” - prese il nome. Ricca di monaci per oltre due/tre secoli, rimase deserta a metà del Quattrocento.

 Fu istituita come parrocchia il 4 agosto 1600.

La struttura dell’abbazia ha subito nei secoli diversi interventi di restauro. Il primo nel 1524, come testimonia una lapide posta sopra l’arco dell’atrio, quando per realizzare l’alloggio per il cappellano fu deturpata la facciata costruendo la canonica e demolite le due antiche torri medievali, probabilmente crollate o fortemente danneggiate.

Tra il Quattrocento e il Cinquecento la chiesa venne intonacata. Nel Settecento crollarono il chiostro ed il monastero posto sul lato destro. Nel 1755 ancora un restauro per il pericolo di crolli, causato forse da alcune inondazioni.

 Ancora lavori di restauro alla chiesa e all’altare nel 1788. Nella penultima decade dell’Ottocento si

incominciò a togliere l’intonaco con lavori di rimaneggiamento e restauro più profondi condotti dal 1919 al 1924.

Di recente, nel 1988, si è intervenuti restaurando il tetto e le finestre.

Dal punto di vista architettonico S. Maria delle Moie è una chiesa romanica di grande interesse: si compone di due parti distinte, la chiesa vera e propria e l’avancorpo, detto anche corpo occidentale o corpo di facciata.

Costruita con blocchetti regolari di pietra calcarea, riprende la pianta a croce greca inscritta della chiesa di San Vittore delle Chiuse (Genga-Frasassi), dalla quale non si discosta nemmeno per le dimensioni misurando m. 14,50 di lato: quattro pilastri centrali e cinque absidi, delle quali tre nel

lato posteriore e una in ciascuno dei fianchi.

 Una tipologia che si ricollega architettonicamente alla chiesa di San Claudio al Chienti. All’esterno la chiesa assume un aspetto basilicale, con la navata centrale più elevata delle navate laterali

e posteriormente cuspidata; le tre navate sono concluse da altrettanti absidi di cui quella centrale è di dimensioni maggiori, ciascuna delle tre absidi posteriori è fiancheggiata da robusti contrafforti. Una cornice di archetti pensili di pietra bianca si dispone sotto la gronda delle navate laterali

e del lato sinistro della navata centrale creando “un elegante contrappunto cromatico sul paramento murario scompaginato invece con blocchetti di calcare rosa”.

La parte occidentale o di facciata, pur sfigurata nella sua parte superiore, è una struttura interessante e rara, coeva alla chiesa, di cui eguaglia la larghezza e da cui si protende in avanti per circa sette metri. Nella parte inferiore di questo avancorpo si apre al centro un arco a tutto sesto che immette in un atrio di pianta quadrata, coperto da una crociera, in fondo al quale si trova il portale della chiesa con tre archivolti dei quali l’esterno e l’interno

decorati a fogliame “di stile palesemente gotico”.

 L’atrio è fiancheggiato da due ambienti di uguale pianta, quello di destra è dotato di feritoie, in quello di sinistra si leva una scala a chiocciola che giunge fin quasi al piano sovrastante: i due ambienti sarebbero, secondo alcuni studiosi, le basi superstiti delle due torri medievali della facciata.

Comune

Maiolati sorge su una collina a 412 metri sul livello del mare. Come gli altri castelli che fiancheggiano la media valle dell’Esi­no è di origine medioevale. Nel sec. XIII Maiolati e la Villa di Talliano, ubicata a metà della collina che scende verso l’Esi­no, erano due piccoli centri posti a breve distanza uno dall’altro. Per la sua posi­zione, Maiolati, ben presto si trasformò in castrum, ebbe cioè un sistema difensi­vo e già dalle prime decadi del Duecento fece parte del Contado di Jesi fino al suo scioglimento avvenuto nel 1808. La Villa di Talliano, come tante altre “vil­le” della Vallesina, era sorta dopo il Mille come ampliamento di una curtis, cioè un complesso di possedimenti fondiari fra­zionati e dispersi, un’unità patrimoniale e aziendale che, appartenendo al vesco­vo di Jesi, fu contesa dalla città nel 1262 acquisendone tutti i diritti. Poco lontano sorgeva la chiesa di San Si­sto di Talliano con l’adiacente monastero. Con tutta probabilità chiesa e monastero furono fondati da monaci provenienti dalla vicina abba­zia di S. Elena sull’Esino, ad essa infatti appartenevano nel 1199. Nel 1305 chiesa e monastero subirono gravi danni ad opera dei fabrianesi in guerra con Jesi. In luogo dell’antico monastero sorge ora la chiesetta di S. Sisto ricostruita verosimilmente nel sec. XVIII-XIX. Nella zona sono stati ritrovati manufatti d’epoca neoli­tica e d’epoca romana come del resto analoghi reperti d’età romana sono stati rinvenuti in contrada Massarella ad est di Maiolati. L’intera dorsale tra il VII e il IX secolo venne a trovarsi nel mezzo della fascia confinaria tra il Ducato longobardo di Spoleto-Camerino e la Pentapoli bizantina: molti dei dominus loci poi assurti a capo dei borghi fortificati e quindi dei castelli sono di estrazione longobarda.

 

Percorso

Itinerario  n° 5 - Cupramontana, S. Marco, Calapina, Castelbellino, Monteroberto, Maiolati Spontini, Cupramontana.
Partenza  dal parcheggio antistante la cantina Colonnara. Da qui in direzione del centro cittadino, poco prima del Paese seguire indicazioni "cimitero",  continuare imboccando a sx il viale alberato di fronte al cimitero. Proseguire per via S. Marco ancora a sx nel viale fino ad un bivio, tenere la dx affiancando un capannone ( strada bianca ). Il percorso incontra numerose case e diventa, più avanti, pianeggiante, ma solo per un breve tratto, poi si restringe e si volge in pendenza. Curva a dx e sx e di nuovo un tratto pianeggiante e poi in discesa su fondo sconnesso. All’altezza di una casa nuova, in fondo alla discesa, se la strada comunale è ancora soggetta a lavori di ripristino, bisogna attraversare il terreno coltivato a monte del passaggio privato . Si costeggia una piccola scarpata con delle querce e poi a dx fino a una sbarra ; da qui si può o scendere nella strada o proseguire per il campo. Sulla strada si passa tra una vecchia casa (dx) e un capannone seminterrato e poi dritti fino ad incrociare una strada bianca. Dx in discesa (v. Calapina) , dopo ca 100 mt, a sx su strada pianeggiante, seguire la strada principale per ca 500 mt, prima pianeggianti, poi in salita e di nuovo pianeggianti, nuovo incrocio, sempre dritti ( case a dx) . Incrocio con grande quercia e due strade, una  a monte e una a valle della principale, ancora dritti, poi ca 100 mt, dopo una curva a sx ad un incrocio prima della discesa girare a sx in salita. Nuovo incrocio, girare a dx su strada pianeggiante , passaggio tra una recinzione privata e un lavatoio, ancora in salita fino ad una grande villa con parco  a dx; dritti in leggera discesa fino all' asfalto (S.P. Castelli di Jesi), a  sx sulla S.P. si prosegue fino a Castelbellino. Dopo il Paese, prima delle ultime case, su una curva a sx, prendere la tangente a dx in salita fino a Monte Roberto (ca 800 mt).  Sotto le mura del Castello a dx e proseguire dritti fino alla S.P. .

Arrivati all'incrocio ( grande colonna di cemento), girare a dx  verso Maiolati Spontini, attraversare il Paese e dopo ca 1 km (direzione Cupra) prendere a sx su strada bianca (vietata ai camion-adiacente a una villetta). Proseguire fino ad incontrare nuovamente la S.P. e in direzione Cupramontana, per ca 1,5 km, si ritorna al p.to di partenza.

Lunghezza ca 14 km
Tempo di percorribilità 1 h e 15 min
Percorso facile

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